giovedì 14 novembre 2013

Itzhak Yoram Gutgeld: l’economista israeliano che è diventato consigliere e “guru” del premier in pectore Matteo Renzi

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Pochi sanno che Matteo Renzi, oltre a godere dell’appoggio incondizionato di Carlo De Benedetti, ha da alcuni mesi un personale consigliere economico, e non si tratta di una persona qualsiasi. Stiamo parlando di Itzhak Yoram Gutgeld, economista israeliano naturalizzato italiano e, da questa legislatura, anche membro del Parlamento, essendo stato eletto alla Camera dei Deputati nelle liste del PD.
Nato a Tel Aviv nel 1959, Gutgeld si è laureato all’Università Ebraica di Gerusalemme nel 1984, specializzandosi nel 1989 a Los Angeles, presso l’Università della California. È stato fino al Marzo di quest’anno Senior Partner e Direttore della McKinsey & Company, una delle principali multinazionali nel settore delle consulenze, ma non è nuovo al mondo della politica italiana, avendo partecipato nel 2006 alla stesura del programma di Romano Prodi (e questo la dice lunga!).
Come emerso oggi dai principali quotidiani, Gutgeld avrebbe confezionato per Renzi un vero e proprio programma di governo tendenzialmente liberista, con tutta una serie di proposte e provvedimenti per “risanare e riqualificare la situazione economica e il mondo della politica”. In questo programma, presto disponibile nelle librerie, Gutgeld ringrazia per i consigli raccolti molti personaggi della finanza, fra cui, in qualità di “ex colleghi”, i banchieri Roberto Nicastro e Alessandro Profumo.
Come se la nomina del Sindaco di Firenze a Presidente del Consiglio fosse ormai cosa certa (evidentemente è già da tempo nell’agenda dei burattinai del Nuovo Ordine Mondiale), vi riassumo sinteticamente ciò che questo “Casaleggio in salsa renziana”, come lo ha definito Dagospia, prevede di far attuare, anno dopo anno, allo showman di Rignano sull’Arno.
Non si tratta solo di misure in bilico fra la demagogia “democratica” e il liberalismo più sfrenato, come vuole la tradizione dei programmi del PD, ma di qualcosa che va molto oltre, di una serie di ricette per cucinare e servire su un vassoio d’argento quel che resta del patrimonio industriale dello Stato. Misure in regime straordinario per il primo anno, vendendo le aziende di Stato “in parte o totalmente, a seconda di ciò che serve”. Dal secondo anno, invece, “con i proventi della lotta all’evasione fiscale” Gutgeld prevede di far realizzare a Matteino demagogica e generica “una riduzione dei costi dello Stato”, da attuarsi con un ulteriore giro di vite sull’uso del contante, che il guru renziano ipotizza di limitare a 300 Euro! Per non parlare dell’introduzione dell’obbligatorietà dei pagamenti elettronici in tutti i settori. E così, via, fra ripetute lodi all’Euro e inviti ad una rapida e auspicabile (per lui) unione ban caria europea.
Si tratta di un programma criticato persino dall’Internation Business Times, che giudica le proposte di Gutgeld “concetti già scxoltati negli ultimi anni, senza che nessuno abbia potuto (o voluto) metterli in patica”.
Prevedo l’arrivo all’orizzonte di foschi e pesanti nuvoloni neri, se il Popolo Italiano non aprirà gli occhi in tempo.

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