domenica 15 dicembre 2013

Restitution Day 2: 2,5 milioni pronti per le imprese ma Letta non apre il fondo!

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Oltre 2,5 milioni di euro pronti per le piccole e medie imprese, ricavati dai tagli a stipendi e diarie dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, sono bloccati dal non far nulla del Governo Letta. Sembra assurdo ma è tutto vero. Un po' di storia.
Il 5 agosto all'interno del "decreto del fare", fu approvato un emendamento del M5S che permetteva di finanziare con i tagli volontari ai costi della politica ilFondo di Garanzia per il microcredito alle piccole e medie imprese. Una piccola grande vittoria a 5 stelle.

Da allora il Ministero per lo Sviluppo Economico non ha ancora emanato il decreto attuativo. Secondo la legge aveva 90 giorni. Il 'Decreto del fare' (nulla?) è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 20 agosto, quindi i termini per emanare un decreto attuativo per finanziare il Fondo sono scaduti il 19 novembre!
In più di un occasione i nostri portavoce al Senato hanno chiesto lumi ai tecnici del Ministero e rappresentanti del governo in Commissione, ricevendo sempre la stessa risposta: il decreto attuativo non è ancora pronto.
Il decreto attuativo permetterebbe ai portavoce a 5 stelle di versare al Fondo statale di garanzia per le imprese questa importante somma che fa parte del cosiddetto Restitution Day2Oltre 2,5 milioni di euro pronti grazie al taglio dei costi della politica per il periodo che va da luglio a ottobre 2013.
Come si ricorderà, il Restitution Day 1 a fine giugno, aveva visto la restituzione allo Stato (nel fondo per l'abbattimento per il debito pubblico) di oltre 1,5 milioni di euro. Perchè il M5S non fa annunci e promesse, ma cerca di dare l'esempio con i fatti.
Con i 2,5 milioni di euro pronti per il Restitution Day 2, grazie al meccanismo di leva del Fondo di Garanzia si potrebbero elargire finanziamenti alle piccole imprese tra i 20 e 40 milioni di euro.

E' vergognoso che Letta e Saccomanni non abbiano ancora mosso un dito da agosto. E' questo il regalo di Natale del governo ai piccoli imprenditori oramai strozzati da tasse e fiscal compact?
Il tempo è scaduto. Subito il decreto attuativo, i parlamentari del Movimento 5 Stelle vogliono versare per le imprese 2,5 milioni di euro! 

Fonte: beppegrillo.it

venerdì 13 dicembre 2013

Abolizione finanziamento pubblico ai partiti. È un inganno a norma di legge

A tutti i cittadini italiani che non vogliono farsi prendere in giro: diffondete questa clamorosa notizia.
Ci stanno prendendo in giro, come scrive il senatore 5 Stelle Vito Crimi su Facebook. Oggi la propaganda mediatica sta facendo credere ai cittadini che il finanziamento pubblico ai partiti verrà abolito. Ecco la verità. Scrive Crimi:
corriere_homeInvito i giornalisti a leggere bene il ddl A.S. 1118 in discussione al Senato su abolizione finanziamento pubblico ai partiti. È un inganno a norma di legge
1) art.11 comma 2 detrazione imposta per erogazioni liberali ai partiti al 37% e 26 % quindi minori entrate, minori soldi nelle casse dello stato, quindi finanziamento pubblico indiretto
Twit fotocopia di LETTA:
tweet_fotocopia
2) art.11 comma 3 detrazione di imposta pari al 75% spese per corsi formazione politica organizzati dai partiti quindi si apre un nuovo business: la formazione politica. Il partecipante che paga 1.000 alle casse del partito se ne troverà 750 rimborsati dallo stato sottoforma di credito di imposta, sempre soldi pubblici sono. Quindi se qualcuno vuol versare 250 di tasca sua al partito anzichè versarli direttamente si iscrive ad un corso che farà entrare nelle casse del partito 1.000 ma dei quali 250 li mette il contribuente il resto lo Stato.
3) art.12 comma 1 si può versare ai partiti il 2 per mille. Vorrei far presente che non sono soldi privati ma soldi pubblici, parte di quelle tasse già dovute, soldi che potrebbero essere destinati al sociale, alla scuola, alle imprese e invece sono versati ai partiti.
LEGGI: LETTA VUOTA IL SACCO SUI 5 STELLE
4) art. 12 comma 4. Al contributo del 2 per mille sono destinati:
7,75 milioni nel 2014
9,6 milioni nel 2015
27,7 milioni nel 2016
45,1 milioni dal 2017 in poi.
Quindi il fatto stesso che si devono iscrivere queste somme al bilancio e trovargli una copertura significa che sono soldi pubblici.
Ci stanno ingannando, stanno nuovamente cambiando nome e modalità ma sempre gli stessi soldi sono. Degli attuali 91 milioni annui, 45 milioni saranno destinati con il 2 per mille e la rimanenza servirà a coprire finanziamento dei corsi di formazione politica e le detrazioni di imposta per erogazioni liberali. A occhio e croce alle casse pubbliche costerà di più… (TzeTze.it)

Chi possiede o controlla, seduto nei Consigli di amministrazione, i principali quotidiani italiani? Inchiesta sulla longa manus della banche e dell’industria nella carta stampata

Tre gradi di separazione
Chi possiede o controlla, seduto nei Consigli di amministrazione, i principali quotidiani italiani? Inchiesta sulla longa manus della banche e dell’industria nella carta stampata
La teoria dei ‘sei gradi di separazione’ è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altro abitante del globo terrestre attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari.
Proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Karinthy in un racconto breve intitolato Catene, venne confermata nel 1967 dal sociologo americano Stanley Milgram e più tardi, nel 2001, da Duncan Watts della Columbia University. La ricerca di Watts, pubblicata su Sciencenel 2003, permise l’applicazione della teoria dei sei gradi di separazione anche in aree differenti, tra cui l’analisi delle reti informatiche ed elettriche, la trasmissione delle malattie, la teoria dei grafi, le telecomunicazioni e la progettazione della componentistica dei computer.
La nostra inchiesta vuole dimostrare che la legge di Watts non si applica alle relazioni fra le principali testate giornalistiche italiane e il capitalismo industriale-finanziario, o più precisamente che, analizzando i legami esistenti, andrebbe corretta al ribasso, in non più di tre gradi di separazione. Con quali effetti sulla libertà di informazione?
La cosiddetta linea editoriale è ciò che distingue in sostanza una testata giornalistica da un’altra. Rappresenta, diremmo in linguaggio aziendale, una sorta di missione strategica, l’ipotesi di fondo a partire dalla quale si scelgono e si analizzano le notizie. Dall’esistenza di linee editoriali diverse – il cosiddetto pluralismo informativo – dipende la qualità dell’informazione, perché il pluralismo garantisce al cittadino/lettore la possibilità di conoscere notizie differenti lette da punti di vista differenti. Non solo. Dal pluralismo informativo dipende anche la possibilità che uno Stato possa dirsi democratico, dal momento che un elettore adeguatamente informato è messo in condizione di esercitare un voto consapevole. Il caso opposto, quello cioè di una rappresentazione univoca della realtà socio-politico-economica di un Paese (pensiamo alla Pravda di staliniana memoria), impedisce la corretta formazione del consenso, e quindi il libero esplicarsi dei meccanismi democratici.
Ciò detto, dove si forma la linea editoriale di una testata?
Come suggerisce il termine, è espressione della visione dell’editore, e si forma nel luogo in cui questi (che è il proprietario del giornale) prende le sue decisioni strategiche. Nelle moderne società capitalistiche questo luogo è il Consiglio di amministrazione. Diamo quindi un’occhiata a chi siede nei Cda dei principali giornali italiani e valutiamo di quali tipi di interessi siano portatori, dal momento che sulla base degli interessi del Consiglio si forma la linea editoriale.


Partiamo dal più importante quotidiano a diffusione nazionale, il Corriere della Sera. Il suo editore è il gruppo RCS (Rizzoli Corriere della Sera), quotato in borsa. Il Corsera ha fama di essere il giornale super partes per definizione, quello che meglio rappresenta il tipo di linea editoriale tipico dell’informazione anglosassone (come si dice di solito, ‘all’americana’), per definizione indipendente da interessi particolari.
Ma, analizzando il suo Cda, più che super partes dovremmo definirlo inter partes: in esso siedono infatti John Elkann, presidente di Fiat e di Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli); Franzo Grande Stevens, avvocato storico di casa Agnelli, ex vicepresidente Fiat e attualmente presidente della Fondazione San Paolo; Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Berardino Libonati, consigliere di Telecom Italia e Pirelli; Jonella Ligresti, consigliere di Fondiaria, Italmobiliare e Mediobanca; Diego Della Valle, consigliere di Tod’s, Marcolin e Generali Assicurazioni; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca; Giuseppe Lucchini delle omonime acciaierie; Paolo Merloni, CEO (Chief Executive Officer, ossia amministratore delegato) di Merloni Finanziaria, gruppo Indesit Company; Enrico Salza, consigliere di Intesa San Paolo; Raffaele Agrusti, consigliere di Assicurazioni Generali; Roberto Bertazzoni, consigliere di Mediobanca; e Claudio De Conto, di Pirelli Real Estate.
Fra Corsera e Fiat, Pirelli, Telecom Italia, Mediobanca, Intesa, e tutte le altre aziende citate, ci sono zero gradi di separazione, cioè sono direttamente collegate fra loro. Grande finanza, banche, assicurazioni, automotive, telecomunicazioni, cementifici, acciaierie, pneumatici, immobili, moda, elettrodomestici: non c’è praticamente nessun settore del made in Italy che non possa dire la sua sui contenuti e sulla posizione del giornale. Viene da dire che in Italia essere indipendenti coincide col dipendere da tutti, nessuno escluso: la linea editoriale del Corrierone nazionale risentirà quindi delle esigenze e degli accordi reciproci fra le aziende che siedono in Consiglio: nessuna visione strategica a prescindere, e una pletora di manovre tattiche in risposta alle necessità del momento.
Meno compromessa, ma solo all’apparenza, La Repubblica, che fa parte del Gruppo l’Espresso di Carlo De Benedetti. Nel Cda de L’Espresso troviamo Sergio Erede, amministratore di Luxottica; Luca Paravicini Crespi, consigliere della Piaggio dei Colaninno (dove siede accanto a Vito Varvaro, il quale a sua volta è anche nel Cda della Tod’s di Diego Della Valle) e figlio di Giulia Maria Crespi, ex direttore editoriale del Corriere ed ex presidente del Fai; e Mario Greco, consigliere di Indesit Company (dove siede anche Emma Marcegaglia) e della Saras di Massimo Moratti (già rappresentato nel Cda del Corriere attraverso i consiglieri del gruppo Pirelli).
Massimo Moratti rappresenta inoltre il trait d’union fra il Gruppo L’Espresso e la famiglia Berlusconi, poiché siede, oltre che nel Cda della Saras, anche in quello della Pirelli, accanto a Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e amministratore Mediaset.
La famiglia Berlusconi controlla direttamente Il Giornale, edito dal gruppo Mondadori, mentre la famiglia Agnelli è proprietaria del quotidiano La Stampa di Torino.
Il Messaggero di Roma, il Mattino di Napoli, il Gazzettino di Venezia e il Nuovo Quotidiano di Puglia sono editi dalla Caltagirone Editore, di proprietà della famiglia Caltagirone (grandi opere, cementifici, immobili): fra gli altri, siedono nel Cda di Caltagirone Editore, Azzurra Caltagirone, moglie di Pier Ferdinando Casini, e Francesco Gaetano Caltagirone, consigliere di Monte dei Paschi e di Generali Assicurazioni.
Il Resto del Carlino di Bologna, la Nazione di Firenze e Il Giorno di Milano sono invece posseduti dalla Poligrafici Editoriale, collegata con due gradi di separazione a Telecom Italia, Generali Assicurazioni e Gemina (attraverso Massimo Paniccia e Aldo Minucci); e con tre gradi di separazione (attraverso Roberto Tunioli, Sergio Marchese e Giuseppe Lazzaroni), alla Premafin della famiglia Ligresti.
Infine una notazione quasi umoristica. Libero, l’aggressiva testata di destra e Il Riformista, quotidiano timidamente di sinistra, hanno lo stesso editore (e quindi zero gradi di separazione!): Giampaolo Angelucci, proprietario di un impero fatto di cliniche e strutture sanitarie (fra cui l’ospedale S. Raffaele di Roma), e messo agli arresti domiciliari il 9 febbraio dello scorso anno per falso e truffa ai danni delle Asl.
La situazione non migliora, anzi se possibile peggiora, quando si analizzano i quotidiani finanziari. Il Sole 24 Ore, come è noto, è appannaggio dell’universo Confindustria, quindi diretta espressione dei desiderata dei principali gruppi industriali del Paese. Nel suo Cda siedono, fra gli altri, Giancarlo Cerutti, consigliere di amministrazione di Saras; Luigi Abete, presidente di Bnl (gruppo Paribas), fratello di Giancarlo Abete (presidente della Figc) e consigliere anche della Tod’s di Diego Della Valle; e Antonio Favrin, collega di Cda, in Safilo Group, di Ennio Doris, che siede in Mediolanum della famiglia Berlusconi e in Mediobanca.
A proposito dei legami fra industria, editoria e sport, è interessante notare come quattro delle principali squadre di calcio italiane appartengono a gruppi industriali che possiedono, o amministrano più o meno direttamente, almeno un quotidiano generalista: la Juventus degli Agnelli (che influenzano la Stampa e il Corriere), il Milan di Berlusconi (Il Giornale), la Fiorentina dei fratelli Della Valle (il Corriere), e infine l’Inter di Massimo Moratti (il Corriere e La Repubblica).
Milano Finanza e Italia Oggi, quotidiani economici molto conosciuti fra gli addetti ai lavori, sono invece editi dalla Class dei fratelli Panerai, e nel Cda del gruppo “leader nell’informazione finanziaria, nel lifestyle e nei luxury good products” (come si autodefinisce), siedono Maurizio Carfagna, consigliere di Mediolanum, e Victor Uckmar, il più celebre fiscalista italiano, i cui servigi sono stati richiesti in passato da ogni possibile gruppo industriale, e che oggi è amministratore della Tiscali di Renato Soru.
Non sorprende quindi che gli analisti finanziari italiani lamentino l’impossibilità di rintracciare informazioni equilibrate sulla base delle quali valutare i bilanci delle società, o che scandali come quello della Cirio o della Parmalat siano stati tenuti nascosti finché non è stato ‘troppo tardi’ perché i piccoli investitori (ma non le grandi banche!) potessero rendersi conto della reale situazione.
E qui è necessario notare un dettaglio sconcertante. Tiscali è l’editore de L’Unità – il quotidiano del principale partito ‘di sinistra’ del Paese, il Pd – che risulta pertanto a un solo grado di separazione da Milano Finanza e Capital (attraverso Uckmar); e a due gradi di separazione (lo stesso Uckmar e Carfagna), dalla Mediolanum di Berlusconi.
Esiste poi un Consiglio di amministrazione dove tutti i gruppi industriali e bancari citati, a eccezione della famiglia De Benedetti, si incontrano, ed è quello di Mediobanca, ai tempi di Enrico Cuccia – suo fondatore – il ‘salotto buono’ della grande finanza, quella che dirigeva i destini dell’economia italiana sulla base di un preciso progetto strategico (più o meno condivisibile, per carità, ma almeno un progetto c’era), e ora trasformato in enclave di ogni possibile mediazione.
Nessuno stupore che l’economia italiana navighi, per la verità a ritmi piuttosto bassi, alla deriva, priva com’è di un timoniere (una volta questo era il ruolo dei politici), in grado di darle una rotta qualsiasi.
E ora tiriamo le somme: se sei sono i gradi di separazione fra due entità qualsiasi prese a caso, è evidente che tre, due, uno, o nessun grado di separazione non rappresentano un legame casuale. Esiste quindi la precisa volontà da parte di industria e finanza di controllare le notizie. Prova ne sia l’ostinazione con cui tanti imprenditori e manager italiani (un esempio per tutti – senza scomodare Silvio Berlusconi – è Diego Della Valle, che si è sottoposto ad anni di paziente anticamera pur di essere ammesso al Cda del Corsera), cercano di forzare la porta dei circuiti informativi.
Ovviamente non è prudente che il legame sia sempre diretto, perché una situazione di controllo trasparente potrebbe far nascere qualche lecito dubbio nella mente dei cittadini lettori/elettori sull’attendibilità di quel che apprendono nella lettura dei quotidiani o addirittura potrebbe obbligare i direttori e le redazioni dei grandi giornali a fare i conti con il loro ruolo di utili idioti (ovviamente in buona fede, non ne abbiano a male per la definizione).
Divengono quindi necessari degli ‘intermediari’ che intorbidino le acque nascondendo gli interessi reali, e che nello stesso tempo costituiscano il trait d’union fra quelli che devono apparire come opposti estremismi.
Il profilo tipico di questa figura essenziale è quello del ‘tecnico’: avvocato, consulente, commercialista, revisore, sempre al corrente dei panni sporchi di famiglia (di più famiglie), al contempo confessore e uomo di fiducia, vincolato, più o meno direttamente, al segreto professionale.
Come Berardino Libonati (classe 1934), titolare dello studio legale Jaeger-Libonati e ordinario di diritto commerciale all’Università La Sapienza di Roma, che ha ricoperto la carica di presidente del Cda del Banco di Sicilia dal 1994 al 1997; dal 1998 al 1999 e stato presidente di Telecom Italia e di Tim; ha fatto parte del collegio sindacale di Eni dal 1992 al 1995; dal 2003 al 2007 è stato membro del Cda della Nomisma di Romano Prodi; dal 2001 al 2007 è stato consigliere di amministrazione di Mediobanca; è stato presidente del Cda di Alitalia dal febbraio al luglio 2007, e presidente del Cda di Banca di Roma dal 2002 al 2007. Attualmente, oltre a far parte dei Cda di Pirelli, Telecom e RCS, è vicepresidente del gruppo Unicredit. Nel suo curriculum vitae pubblicato sul sito di Pirelli, in una nota particolarmente umoristica, si legge che “è in possesso dei requisiti contemplati dal codice di autodisciplina delle società quotate per essere qualificato come indipendente”.
Un altro ‘super tecnico’ è Mario Greco (classe 1957), consigliere del gruppo l’Espresso, di Saras, di Indesit Company, di Fastweb e di Banca Fideuram, laureato con lode in economia all’Università di Roma. Partner fino al 1994 di McKinsey&Company, la più importante società mondiale di consulenza strategica, è stato amministratore delegato e CEO di Ras dal 1998 fino al 2005.
Poi c’è Carlo Secchi (classe 1944), professore ordinario di Politica economica europea all’Università Commerciale Luigi Bocconi (è stato il diciassettesimo rettore della stessa università dal 2000 al 2004), attualmente nel Consiglio di amministrazione di cinque aziende quotate in borsa: Pirelli, Italcementi, Mediaset, Allianz-Ras e Parmalat, nonché di Fondazione Teatro alla Scala, TEM Tangenziali Esterne di Milano, Milano Serravalle, La Centrale Sviluppo del Mediterraneo, Premuda, e futuro consigliere della società che dovrà organizzare l’Expo 2015 a Milano.
Uomini potenti perché – loro sì – informati, ma nello stesso tempo condannati a servire il sistema, indispensabili ma sostituibili, schiavi delle beghe piccole e grandi e dei capricci degli imprenditori di cui sono al soldo, con la loro indubbia statura professionale che basta a stento a ritoccare la facciata.
Quali sono gli effetti di questa tragica analisi sulla libertà di informazione?
7 aprile 2010. Poco prima delle 10.30 decolla dall’aerodromo militare di Payerne il primo aereo alimentato esclusivamente a energia solare. Si chiama Solar Impulse e ha sorvolato per due ore la Svizzera occidentale. L’aereo è stato progettato per volare giorno e notte senza produrre alcuna emissione. Sulle ali del Solar Impulse, costruito in fibra di carbonio, sono installate 12mila cellule fotovoltaiche. L’aereo è a elica ed è spinto da quattro motori elettrici.
Il velivolo, per la cui costruzione sono stati impiegati sei anni, è il prototipo di un aeroplano che secondo i programmi compirà il giro del mondo senza carburante nel 2012. Si tratta di un aereo dalle vaste dimensioni, ha infatti l’apertura alare di un Airbus A340, ma il suo peso è equivalente a quello di un’auto di medie dimensioni.
In un periodo in cui il prezzo del petrolio è in brusca risalita e il tema della sostenibilità ambientale sempre più trattato, ci si immagina che questa notizia debba ricevere gli onori della cronaca e che venga salutata con entusiasmo. Invece no, in Italia nemmeno una parola, né in televisione né sui giornali, con l’eccezione di un articoletto sul Sole 24 Ore pubblicato sull’inserto online Nuove energie e di un pezzo su L’Osservatore Romano. Forse perché l’opinione pubblica rimanga convinta dell’insostituibilità dell’oro nero?
Quante altre notizie non vengono date? Non possiamo saperlo, ma siamo ragionevolmente certi che le notizie pubblicate sono quelle che non infastidiscono nessuno. Cronaca nera, pettegolezzi politici e non, pochissimo approfondimento e quasi nessuna inchiesta, notizie dall’estero estremamente limitate, e solo quando non se ne può fare a meno: guerre, tsunami, terremoti. Anche la lotta tutta nostrana fra chi è pro e chi contro Berlusconi, fra il partito dell’odio e quello dell’amore, o la querelle fra Stato confessionale e Stato laico, sono comode cortine di fumo per non parlare di altro: la crisi economica, la responsabilità delle banche nel suo perdurare, la grande impresa che non sa che fare.
Emma Marcegaglia chiede al governo, nel corso del convegno degli industriali del 10 aprile 2010, di impegnarsi entro due mesi per un investimento di almeno 1 miliardo di euro su ricerca e innovazione e di circa 1-1,5 miliardi sulle opere infrastrutturali. Ma con i soldi di chi? E tagliando quali costi? E cosa ci darebbe in cambio la grande industria? Emma non lo dice, nessuno glielo chiede. Intrallazzi fra pubblico e privato costantemente oscurati, miliardi che corrono ma nessuno lo sa, accordi sottobanco con la criminalità organizzata, servizi segreti a disposizione di interessi privati: verità solo annusate che è impossibile addentare, mentre leggiamo di pedofilia vaticana, di un federalismo misterioso, dell’ennesima esternazione di un premier che ormai ha superato i confini del bene e del male e della morte prematura di un Presidente polacco. È proprio il caso di dirlo: beata ignoranza! 


Fonte: rivistapaginauno.it - 2010

mercoledì 11 dicembre 2013

12 dicembre, una data da ricordare per l’Internet italiano L’Agcom sta per chiudere il web: gli ultimi rantoli della rete

L’Agcom, infatti, varerà oggi 12 dicembre, a meno di eventi che a questo punto sembrano oggettivamente impossibili, il regolamento sul diritto d’autore, che le consentirà di cancellare i siti sospettati di non rispettarne le norme.
Dopo avere suscitato le proteste di mezzo mondo, sino ad arrivare alle critiche esplicite da parte di commentatori esteri e studiosi di Università statunitensi l’Agcom varerà il contestatissimo regolamento, in perfetta solitudine (a parte i lobbisti in festa).

Ma, prima di questo, accadrà qualcosa in Agcom (o, meglio, non accadrà) per chiudere in bellezza la genesi “democratica” di questo atto amministrativo, sempre al netto di colpi di scena, che probabilmente non avverranno.
A dispetto di quella povera vedova che, a tutt’oggi, si chiama democrazia. Del resto il Presidente Cardani già aveva mostrato fastidio per le critiche dei “pochi” che si opponevano ai metodi dell’Agcom.
I pochi peraltro sono quasi centomila cittadini, decine di Docenti Universitari, Associazioni di consumatori, Associazioni di piccole e medie imprese, e cosi via. Vediamo di cosa si tratta. Continua su fonte
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’AGCOM, ha deciso di far sì che gli editori e le televisioni possano cancellare in sole 72 ore i contenuti presenti sul web, anche interi siti, senza nessun vaglio della magistratura, con una semplice segnalazione. Con la scusa del diritto d’autore, l’obiettivo ancora una volta è il controllo e la censura dell’informazione libera. Una norma simile non esiste in nessun altro Paese del mondo. Se il Parlamento non interviene, la delibera sarà operativa entro un mese e mezzo. Claudio Messora intervista Fulvio Sarzana, avvocato esperto di tematiche legate alla rete.
Fate girare questa intervista:

fonte: lonesto.it

martedì 10 dicembre 2013

Le assunzioni a "chiamata diretta" del sindaco Renzi

Durante il suo mandato di sindaco di Firenze, Matteo Renzi ha effettuato alcune assunzioni con delibera, senza concorso. Ecco l'elenco completo con i codici dei documenti:
- 2009/DD/07298 del 13.07.2009 Assunzione ex art. 90 dlgs 267/2000 responsabili degli uffici di supporto all'organo di direzione politica/sindaco:
Lucia De Siervo, responsabile dell'Ufficio di Gabinetto (dirigente)
Giovanni Palumbo, responsabile dell'Ufficio del Sindaco (dirigente)
Luca Lotti, responsabile della Segreteria del Sindaco (categoria D-funzionario)

- 2009/DD/07298 del 13.07.2009 Assunzione ex art. 90 (dirigente):
Marco Agnoletti, responsabile per l'Ufficio Comunicazione esterna

- 2009/DD/07406 del 13.07.2009 Uffici di supporto all'organo di direzione politica/sindaco. Assunzione ex art. 90 (dirigente):
Bruno Cavini, portavoce del sindaco

- 2009/DD/07543 del 13.07.2009 Uffici di supporto organo direzione politica. Assunzione ex art. 90 componenti Segreteria Sindaco e componenti Ufficio di Gabinetto (tutti inquadrati nella categoria D-funzionario):
Segreteria del Sindaco:
Cristina Mordini
Eleonora Chierichetti
Maria Elena Poli
Elisa Rogai
Ufficio di Gabinetto del Sindaco:
Maria Novella Ermini
Laura Ognibene
Veronique Orofino

- 2009/DD/07552 del 09.07.2009 Ufficio comunicazione esterna. Conferma incarico ex art. 90 (cat. D3 funzionari giornalisti):
Franco Dardelli
Lorenza Berengo
Martina Fontani
Francesco Nocentini

- 2009/DD/07556 del 13.07.2009 Assunzione componenti Ufficio comunicazione esterna ex art. 90 (cat. D3 funzionari giornalisti):
Alessandra Garzanti
Francesca Padula
Elisa Di Lupo

- 2009/DD/07667 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'Assessore allo Sviluppo Economico e Vice Sindaco:
Nicola Centrone

- 2009/DD/07607 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore al Bilancio:
Andrea Balducchi

- 2009/DD/07672 del 06.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore allo Sport:
Jacopo Vicini

- 2009/DD/07683 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore all'Università e Ricerca:
Gaia Simonetti

- 2009/DD/07686 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore alla Casa:
Eliana Canesi

- 2009/DD/07699 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore alla Mobilità:
Francesco Paolo Sammarone

- 2009/DD/07717 del 16.07.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore all'Ambiente:
Luca Talluri

- 2009/DD/07799 del 03.08.2009 Affidamento incarico ex art. 90 (categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore alle Politiche Socio Sanitarie:
Vincenzo Cavalleri (poi con 2011/DD/09826 del 04.11.2011 diventa dirigente ex art. 110 comma 2 e Responsabile della Direzione Servizi Sociali)

- 2009/DD/08078 del 05.08.2009 Ufficio Progetto Riorganizzazione attività di comunicazione. Assunzione ex art. 90 (categoria D funzionario):
Franco Bellacci

- 2009/DD/08095 del 05.08.2009 Assunzione (ex art. 110 dlgs 267/2000 - dirigente - retribuzione di posizione 80.000 Euro + retribuzione di risultato: fino a un massimo di 14.500 Euro) direttore area coordinamento e sviluppo urbano:
Giacomo Parenti

- 2009/DD/08175 del 05.08.2009 Assunzione ex art. 90 (dirigente) Ufficio riorganizzazione attività di comunicazione:
Giovanni Carta

- 2009/DD/08176 del 05.08.2009 Assunzione ex art. 90 ( categoria D1 funzionario) quale Responsabile della Segreteria dell'assessore alla Cultura:
Claudio Battistella

- 2009/DD/08199 del 05.08.2009 Assunzione ex art. 90 (categoria D funzionario) quale addetto all'Ufficio Progetto Riorganizzazione:
Sabrina Carollo

- 2009/DD/08622 del 27.08.2009 Assunzione ex art. 110 (dirigente) Comandante Corpo Polizia Municipale
Massimo Ancillotti

- 2009/DD/08651 del 27.082009 Assunzione Ufficio Attuazione del Programma di Mandato e Innovazione:
Simone Tani

- 2009/DD/09471 del 30.09.2009 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionario) componente dell'Ufficio Gestione canali di comunicazione:
Rudolph Stephanie

- 2009/DD/09604 del 30.09.2009 Assunzione direttore servizi sociali e sport:
Arianna Guarnieri

- 2009/DD//09605 del 30.09.2009 Incarico dirigenziale relativo al Palazzo di Giustizia:
Maurizio Forti

- 2009/DD/09632 del 30.09.2009 Assunzione Responsabile servizio Sport:
Elena Toppino

- 2009/DD/09688 del 02.10.2009 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionario) del Responsabile Ufficio Relazioni Internazionali e Cooperazione:
Antonio Nicola Preiti (già nominato direttore dell'agenzia del turismo da Renzi nella veste di presidente della Priovincia)

- 2009/DD/09751 del 07.10.2009 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionario) componenti ufficio Attuazione del programma di mandato e innovazione:
Letizia Tinti
Benedetta Perissi

- 2009/DD/10250 del 30.10.2009 Assunzione Responsabile direzione Sviluppo Economico:
Fabrizio Cacioli

-2009/DD/11201 del 31.12.2009 Assunzione ex art. 110 (dirigente) Vice Comandante vicario del Corpo di Polizia Municipale:
Antonella Manzione

- 2009/DD/11254 del 13.11.2009 Assunzione ex art. 110 Coordinatore area Economia e Welfare:
Valerio Pelini

- 2009/DD/11257 del 13.11.2009 Assunzione ex art. 110 (dirigente) Responsabile Servizio Pianificazione Urbanistica:
Stefania Fanfani

- 2009/DD/11870 del 03.12.2009 Assunzioni ex art. 90 Ufficio stampa (cat. D3):
Federico Da Rin
Ufficio Relazioni Internazionali e Cooperazione (cat. D1):
Beatrice Bargagli
Ufficio di Gabinetto )cat. D1):
Daniela Carboni
Ufficio gestione canali di comunicazione (cat. D1):
Stefania Cherubini

- 2010/DD/01162 del 15.02.2010 Assunzione ex art. 90 (dirigente) Responsabile dell'ufficio Città Sicura:
Roberto Rota

-2010/DD/02237 del 22.03.2010 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionario) Resposanbile segreteria Assessore alle Politiche Socio Sanitarie:
Michele Minicucci

- 2010/DD/05156 del 09.06.2010 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionario) Responsabile segreteria Assessore alla Mobilità:
Pilade Cantini

- 2010/DD/05159 del 09.06.2010 Assunzione ex art. 90 (categoria D1 funzionari) Responsabile segreteria Assessore all'Università:
Cathleen Marie Compton

- 2010/DD/08239 del 01.10.2010 Istruttore direttivo amministrativo (cat. D1 funzionario) - proroga presso l'ufficio del sindaco Comune di Firenze:
Paola Andreini

- 2010/Dd/09534 del 15.11.2010 Assunzione ex art. 90 (dirigente) ufficio Protezione Civile:
Luigi Brandi

-2011/DD/08474 del 04.10.2011 Assunzione ex art. 90 (cat. D1 funzionario) Responsabile segreteria Assessore alla politiche del Territorio:
Roberto Forzieri

- 2011/DD/09398 del 28.10.2011 Amministrativo (cat. C pos. economica C2) proroga del comando presso la segreteria del vicesindaco del Comune di Firenze:
Rita Corsini

- 2011/DD/09826 del 04.11.2011 Incarichi dirigenziali ex art. 110 comma 2 - esecuzione deliberazione di Giunta Comunale n. 424 del 24.10.2011 stipula di nuovi contratti di lavoro:
Lucia De Sercio, Responsabile della direzione Cultura Turismo Sport
Giovanni Palumbo, Responsabile della direzione Risorse Finanziarie
Arianna Guarnieri, Responsabile del Servizio Scuola dell'Infanzia
Vincenzo Cavalleri, Responsabile della direzione Servizi Sociali

- 2011/DD/09834 del 04.11.2011 Assunzione ex art. 90 responsabile Ufficio di Gabinetto
Luca Lotti
Carmela Valdevies (responsabile Ufficio Affari Generali e Cerimoniale)

- 2011/DD/10419 del 17.11.2011 Assunzione ex art. 90 (categoria C) collaboratrice per l'Ufficio di Segreteria del Sindaco:
Annalisa Carelli

- 2011/DD/10444 del 17.11.2011 Incarichi dirigenziali ex art. 110 comm2:
Francesca Lastrucci, Responsabile del servizio Gestione Patrimonio
Gianluca Vannuccini, Responsabile del servizio Sviluppo Infrastrutture Tecnologiche
Elisabetta Cecchi, Responsabile del servizio Commercio Aree Pubbliche Occupazione Suolo Pubblico e Taxi

- 2011/DD/11407 del 07.12.2011 Incarico dirigenziale ex art. 110 comma 2:
Matteo Romeo, Responsabile del Servizio Supporto Giuridico Amministrativo della Direzione Corpo di Polizia Municipale

- 2011/DD/12086 del 29/12/2011 Assunzione ex art. 110 comma 1 (dirigente) responsabile Servizio Assetto e tutela del Territorio posto sotto la Direzione:
Francesca De Santis

- 2011/DD/12156 del 30.12.2011 Incarico dirigenziale Coordinatore Area Programmazione Sostenibilità e Innovazione e Direttore Sistemi Informativi:
Giovanni Menduni

- 2012/DD/04045 del 17.04.2012 Assunzione ex art. 90 dlgs 267/2000 (cat. D1):
Francesca Grifoni

- 2009/DD/07560 del 16.07.2009 Comando dalla Provincia di Firenze e trasferimento al Comune di Firenze con atto 2010/DD/10663 del 03.12.2010:
Marco Ponticelli
Claudio Mandò

- 2009/DD/08563 del 26.08.2009 Comando in entrata dalla Provincia di Firenze per l'Ufficio del sindaco di Firenze (cat. D1)
Debora Novelli

- 2009/DD/09750 del 02.10.2009 Dirigente proveniente dalla Provincia di Firenze nominato direttore Direzione Risorse Umane Comune di Firenze:
Lucia Bartoli

- 2009/DD/10260 del 30.10.2009 Assunzione ex art. 110 (dirigente) del Responsabile Servizio Viabilità:
Giuseppe Carone

- 2009/DD/10453 del 27.10.2009 Amministrativo (cat. D1 funzionario) Comando in entrata dalla Provincia di Firenze per segreteria Assessore Università e Moda:
Maria Gracia Rubano (comando terminato il 17.10.2011)

- 2009/DD/10690 del 10.12.2009 Atto ricognitivo di personale in mobilità/comando del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze. Comandi effettuati dalla Provincia di Firenze al Comune di Firenze:
Claudio Mandò, B3 profilo tecnico DD.7560/09
Marco Ponticelli, B3 profilo tecnico DD.7560/09
Debora Novelli, D1 amministrativo DD.8563/09
Maria Gracia Rubano, D1 amministrativo DD.10453/09
Riepilogo mobilità da effettuare dalla Provincia di Firenze al Comune di Firenze:
Rosa Graziani, D1 amministrativo
Giorgio Caselli, D3 funzionario tecnico
Giuseppe Carone, D3 funzionario tecnico
Francesca Santoro, D1 amministrativo
Vincenzo Fusco, D3 funzionario tecnico

Fonte: ilportaborse.it

Rottame team di Renzi...



Ecco a voi il "Rottame team" di Renzi, il camaleontismo che avanza.

Dopo essersi recato ad Arcore da Berlusconi nel 2011 ed aver ricevuto appena eletto i complimenti del condannato ("Ti avevo capito quella volta ad Arcore"), Matteo Renzi ha lanciato la sua mirabolante squadra.
Tra questi la responsabile Lavoro Marianna Madia, alla seconda legislatura. Era tra i parlamentari del PDmenoelle che non si presentò a votare contro lo scudo fiscale di Tremonti. Il 28 agosto di quest'anno dichiarava "Meglio votare Pdl che Grillo", aggiungendo "i grillini non sono fascisti, ma violenti".
Violenti? La filo berlusconiana Madia può citare un solo atto di violenza compiuto in questi anni dal Movimento 5 Stelle o dai Meet Up? Zero assoluto.
Andreottianamente innovativa la scelta per il Welfare, con il palermitano rampante Davide Faraone il quale, durante le regionali 2008 in Sicilia mentre raccatava voti a Palermo ha incontrato persone poi condannate per mafia.
Chissà cosa ne pensa di questi incontri palermitani la già seguace di Ciriaco De Mita Pina Picierno, neo responsabile legalità del Pdmenoelle. Appena eletta nel 2008 dichiarò "De Mita è il mio mitotanto che su di lui fece la tesi di laurea.

La Picierno nell'ultimo anno si è piegata al "lato oscuro della forza". Il 16 novembre 2012 in piene primarie si schierava per Bersani contro Renzi con queste parole: "Se perdiamo primarie il partito non tocchi i rottamatori dice Renzi. E per chi ci ha preso per renziani?!". Un anno dopo, l'8 dicembre 2013 scriveva su twitter: "votare oggi Renzi significa far #cambiareverso anche a Saturno e al lato oscuro della forza, perciò datemi una mano..."
Non ci credete? Guardate qua sotto:
picierno-facebook-ok.jpg
Convertita anche Deborah Serracchiani, neo responsabile Infrastrutture (favorevole al TAV in Val Susa) il 7 settembre 2012 dichiarava: "Renzi dovrebbe restare a fare il sindaco di FirenzeSe fosse in lui mi sarei presa un pò più di tempo perchè magari i fiorentini vogliono un sindaco che magari resti a lungo".
Ma non è finita qui. Appena nominata responsabile della Giustizia Alessia Morani ospite di La7 ha nuovamente difeso il ministro Cancellieri dalla bufera per le sue amicizie con la famiglia Ligresti. "Il nuovo Pd non riaprirà il caso" ha dichiarato solennemente la Morani (potete ascoltare l'audio integrale QUI:Morani su Cancellieri - audio.mp3).
Ma Renzi non doveva mandare a casa la Cancellieri? Il 21 novembre 2013 dichiarò Renzi: "Il vecchio Pd l'ha difesa, il nuovo no"....
A futura memoria qualche voto in Parlamento da parte dei responsabili del Rottame team renziano. Solo per citarne alcuni come Davide Faraone, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Chiara Braga, Pina Picerno, Alessia Morani hanno votato a favore del progetto TAV in Val Susa e della proroga delle missioni di guerra e contro la mozione di sfiducia al ministro Cancellieri.
Questi i fatti. Tutto il resto è marketing di vecchia berlusconiana memoria, con i mass media proni a incensare il "camaleonte che avanza".
P.S.: Ai solerti benpensanti, segnaliamo inoltre gli insulti rivolti ai giornalisti ostili a Renzi, da parte del neo responsabile comunicazione del PD Nicodemo. Guardate QUI una raccolta dei suoi insulti. Ora ci attendiamo la stessa levata di scudi "democratica" riservata a Grillo ed il M5S da parte di Enrico Letta, Matteo Renzi, la presidente della Camera Boldrini ecc ecc..
fonte: Beppegrillo

lunedì 9 dicembre 2013

Irregolarità alle primarie del PD In alcune città è stato possibile eludere i controlli e votare in diverse sezioni




vedi il servizio di striscia - > http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?18664

Renzi e l'azienda di papà. Ecco tutti i bilanci

Torniamo a parlare per un giorno di Matteo Renzi. Dagli albori in Provincia di Firenze fino al tour in camper ne è passato di tempo. E di lui vi ho già raccontato molto, i bilanci, i soldi spesi per far contento il cartone Pimpa, i viaggi a 5 stelle negli Stati Uniti, i pranzi e le cene nei migliori ristoranti di Firenze e i finanziamenti alle associazioni a lui politicamente vicine. Quello che non vi ho ancora detto è che Renzi, quando ha iniziato ad ambire ruoli di rappresentanza presentava il suo curriculum in parte falso. La sua famiglia ha avuto un'azienda che si chiama Chil Srl, che si occupava di comunicazione.
I Renzi organizzavano dalla distribuzione dei giornali sul territorio toscano a piani di comunicazione per eventi. E Matteo ha ottenuto lì dentro, grazie al babbo, il primo lavoro. Non è un caso, allora, se sia uno molto attento alla comunicazione e a fare fumo è molto bravo. Ma torniamo al curriculum. Nel suo primo biglietto da visita, il sindaco scriveva nella prima parte: "É dirigente d’azienda: nel 1994 ha fondato la Chil srl, società di Marketing Diretto di cui ha poi ceduto le quote, azienda che ad oggi ha quattro sedi (Bologna, Genova, Roma, Rignano sull’Arno) e una quindicina di dipendenti, con un fatturato di 3 milioni di euro. In Chil si occupa di coordinamento e valorizzazione della rete, nella gestione di oltre duemila collaboratori occasionali in tutta Italia". Un falso, Matteo non ha mai fondato l'azienda ma deve tutto al padre che ha messo in piedi la società. Qualcuno, infatti, glielo fece notare e lui dovette rivedere il suo curriculum. Negli Stati Uniti, per un curriculum falso, i politici presentano le dimissioni.
Chissà che ha da dire lui che ammira così tanto gli States di Obama. Comunque, nella seconda versione il profilo di Renzi cambia così: "Ha lavorato con varie responsabilità per la Chil srl, società di servizi di marketing (di proprietà della sua famiglia) di cui è dirigente in aspettativa, in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio di Firenze". E così la buona carriera di papà Renzi riottiene giustizia, Renzo fa carriera e la società continua a crescere iniziando a lavorare anche con giornali poco vicini al centrosinistra. Negli anni in cui il rottamatore passa dalla presidenza della Provincia di Firenze alla poltrona di Palazzo Vecchio, la Chil srl continua a crescere. In allegato, sotto, vi ho postato in esclusiva i bilanci dell'azienda dal 2007 al 2011. Me li ha forniti un dipendente del Comune di Firenze che si chiama Alessandro Maiorano, un signore che ci tiene alla trasparenza e in particolare a quella di Matteo. Lui si fa chiamare il "cecchino di Renzi" (probabilmente avete visto la sua faccia anche su altri giornali sia on line sia cartacei, dal Corriere a Libero) e si aggira tra gli uffici del Comune toscano come uno 007. I documenti sulla Chil non li ha inviati solo a me, ma anche alla Guardia di Finanza che starebbe ora approfondendo i rapporti tra la Chil e la politica.

Articolo: ilportaborse.com  4/10/12

venerdì 6 dicembre 2013

“Matteo Renzi mente”: gli sms tra il sindaco di Firenze e una giornalista



Il nuovo che avanza ha compiuto un passo falso. Matteo Renzi, osannato dalle platee del Pd e dato ormai come trionfatore delle Primarie, ha detto al “suo” popolo una bugia. Lo ha fatto domenica alla convenzione nazionale del Partito Democratico, raccontando dal palco un episodio: “Tre giorni fa ricevo un sms da una giornalista importante di una testata nazionale. Dai, mi dice, dimmi qualcosa di Renzi… tu sai tutto, dimmi qualcosa che ho da fare un pezzo contro di lui. Ma io sono Renzi le ho risposto! E lei: scusa scusa…”. E giù applausi e commenti: non pochi si sono indignati contro la sconosciuta giornalista, colpevole di voler “forzare la mano”, scrivendo un pezzo “contro” Renzi. E sì, è ripartito il mantra della “stampa nemica” contro la quale combattere. Renzi, però, non aveva calcolato una cosa. Ovvero che la giornalista in questione – Emanuela Fiorentino, di Panorama - avrebbe raccontato la verità su quell'sms proprio sulla rivista, in edicola da oggi: “Sono io la giornalista che il leader del nuovo Pd ha infamato domenica 24 novembre dal palco della convenzione nazionale”.
“Sì – spiega la giornalista, ho scritto a Renzi pensando di rivolgermi a un collaboratore di Panorama, un collega serio e scrupoloso a cui chiedo spesso notizie, sensazioni, lumi sull’uomo del momento: Renzi. Mi sono confusa, distratta, a chi non è capitato di mandare un messaggio alla persona sbagliata? Però qui potete leggere, fotografati, i testi degli sms tra me e il rottamatore. Ovvio che sono gli stessi che ha lui: vedete da qualche parte la frase «ho da fare un pezzo contro»? No. Quando ho sentito il suo discorso, ho avuto una brutta sensazione: perché, mi sono chiesta, un uomo che si candida a salvare un partito, e addirittura l’Italia, a distruggere i vecchi schemi della politica, uno che predica autenticità, più modernità e democrazia, mente così spudoratamente davanti a centinaia di persone? Che motivo ha, Renzi, di inventarsi una macchina del fango e poi di metterla in moto lui contro di me?”.
Si noti che dopo lo sketch Renzi non ha perso l'occasione per dare una tiratina d'orecchie agli operatori dell'informazione: “Amiche giornaliste, amici giornalisti, qui c’è un problema di comunicazione. Se la Sardegna dopo due giorni finisce a pagina 19 e di Lampedusa già non parla più nessuno, chissenefrega di quello che fa Renzi? Chis-se-ne-frega??”. E giù applausi, di nuovo, dalla sua platea. Ma le bugie hanno le gambe corte…

Fonte:
http://www.fanpage.it

9 Mesi a 5 Stelle



L'insulto a Nelson Mandela su facebook del consigliere...



Un terrorista, una belva assetata di sangue bianco", così su Facebook, il consigliere di Circoscrizione per la Lega Nord a Verona, Francesco Vartolo, all'indomani della scomparsa di Mandela.


Vedi stato Facebook




“Finalmente il terrorista Mandela, belva assetata di sangue bianco trasformato in eroe dalla propaganda mondialista, si troverà di fronte a tutta la gente che ha fatto ammazzare”. La frase è stata pubblicata dal consigliere di Circoscrizione per la Lega Nord a Verona, Francesco Vartolo. L'insulto nei confronti dell'ex presidente sudafricano, scomparso ieri a 95 anni, continua così: Con le bombe nelle chiese o con i copertoni incendiati intorno al collo”. La notizia è stata data dall’agenzia Ansa.

Sciopero, cori contro Renzi...

Sciopero dei lavoratori ATAF contro Renzi




giovedì 5 dicembre 2013

Come si preparano i wurstel di pollo? Separazione meccanicamente...incredibile

La carne separata meccanicamente (CSM) è l’ingrediente misterioso presente in moltissime confezioni di würstel di pollo firmate da grandi aziende come: Aia, Wüber, Principe, Fiorucci… La maggior parte della gente però non sa cosa sia, anche se stiamo parlando di un ingrediente che rappresenta dall’85% al 90% del contenuto.

La carne separata meccanicamente è un sottoprodotto ottenuto dalla macellazione delle carcasse avicole. La procedura è semplice. Dopo avere tolto il petto e le cosce e scartato la pelle, le zampe e il collo, le carcasse di pollo vengono trasferite in speciali presse, dove sono macinate e fatte passare attraverso setacci molto fini per eliminare i residui delle ossa. Alla fine si ottiene una vera e propria poltiglia rosa. A questo punto si aggiungono addensanti e conservanti e qualcuno usa anche polifosfati per aumentare la quantità di acqua trattenuta. Il sapore è ottenuto immergendo i wurstel in bagni di acqua aromatizzata e attraverso spezie ed esaltatori dell’aroma. In Italia il sistema si usa in modo prevalente per la preparazione dei würstel di pollo, mentre quelli di suino sono ottenuti da vera carne. 

 La maggioranza delle aziende usa presse a bassa pressione che permettono di realizzare un prodotto più simile alla carne macinata, ma alla fine si ottiene sempre una poltiglia rosa. Recuperare carne, con la spremitura delle carcasse è un sistema sicuramente efficace che permette di non buttare via niente, ma una cosa è certa, la qualità è sempre mediocre. La carne separata meccanicamente deve essere sempre indicata sull’etichetta, anche se alcune marche come Würstel Maxi di Maso Antico oWulevù di Principe, lo evidenziano attraverso un asterisco che rimanda ad una nota in fondo all’elenco degli ingredienti.

C’è inoltre da chiedersi perchè i siti delle imprese, nell’area dedicata, non riportano l’elenco degli ingredienti dei würstel di pollo. Si tratta di un particolare curioso visto che in rete le aziende descrivono sempre con attenzione e dovizia di particolari i propri prodotti evidenziando qualità e caratteristiche.

In Italia l’impiego della carne separata meccanicamente si sta diffondendo velocemente perchè costa poco e permette uno sfruttamento ottimale delle materie prime. Al supermercato la poltiglia rosa si trova come ingrediente in molte preparazioni firmate da aziende ben note. Stiamo parlando di cotolette impanate con verdure, bocconcini di pollo e preparazioni a base di tacchino. 
Pur avendo una composizione simile alla carne da un punto di vista qualitativo il confronto con regge, il contenuto osseo è maggiore e la struttura ha perso completamene l’aspetto fibroso.

La poltiglia rosa si può paragonare a certi oli di semi tropicali di mediocre qualità come il palma o il palmisto, utilizzati dalle industrie alimentari perchè costano poco. La differenza è che, se nei prodotti da forno l’olio rappresenta una quota relativa, nei würstel di pollo, la poltiglia rosa rappresenta la quasi totalità del prodotto.


Un aspetto da considerare è il prezzo molto interessante. Il listino dei wurstel oscilla da 4 a 7 euro al kg,  e in un periodo di crisi economica questo fattore va considerato con attenzione. Per chi può, l’alternativa è scegliere i würstel di suino ancora fatti con vera carne di maiale, magari insaccati con budello naturale e insaporiti con aromi naturali. L’unico inconveniente è che costano almeno il 50% di più.

Nella tabella vi proponiamo gli ingredienti di alcune marche di würstel che contengono carne separata meccanicamente. La lista non è esaustiva e i lettori possono aiutarci a completarla.

Roberto La Pira
Fonte: Ilfattoalimentare.it

Straordinario Villarosa, capigruppo per calendarizzare il mattarellum





mercoledì 4 dicembre 2013

Bocciato il Porcellum ecco il videoclip di Beppe Grillo...Straordinario



Il Porcellum è incostituzionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale in particolare su premio di maggioranza e esclusione del voto di preferenza. Ci sono voluti alcuni anni, la Corte ha i tempi di un gasteropode. La legge è del 2005 e fu subito contestata come incostituzionale dal blog. Era evidente che fosse incostituzionale. Quindi ora abbiamo un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, un Governo votato da un Parlamento incostituzionale, un presidente della Repubblica votato ben due volte da due parlamenti incostituzionali. Parlamento, Governo e Napolitano sono rappresentanti illegittimi del popolo italiano e non hanno alcuna facoltà di mettere mano alle riforme e tanto meno a una nuova legge elettorale. Non hanno più alcuna autorità. Non sono rappresentanti di nulla. La sentenza della Consulta di fatto cancella il Porcellum che va considerato decaduto con il ritorno immediato al voto con la precedente legge elettorale Mattarellum. Il M5S è stato l’unico a votare per la decadenza del Porcellum in Parlamento, la mozione era stata presentata da Giachetti, un deputato del pd, si sarebbe tornati subito al Mattarellum, ma Letta si oppose e tutto il Pd, tranne Giachetti, votò contro. Solo un nuovo Parlamento potrà modificare la legge elettorale. I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità. Sono figli illegittimi della Repubblica. Si torni al Mattarellum,si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative.

Fonte BlogBeppeGrillo